i passi necessari per utilizzare i Google Cloud Endpoints su un’applicazione Google App Engine per reallizzare RESTful API. Slide dell’intervento su http://goo.gl/Dp9F2
(13 Giugno 2013, Google Cloud Dev Conf in LUISS ENLABS a Roma)
Alfredo Morresi’s digital harbor
i passi necessari per utilizzare i Google Cloud Endpoints su un’applicazione Google App Engine per reallizzare RESTful API. Slide dell’intervento su http://goo.gl/Dp9F2
(13 Giugno 2013, Google Cloud Dev Conf in LUISS ENLABS a Roma)
Un passo verso le Natural User Interfaces: creare app in grado di “conversare” con l’utente, utilizzando le API che Android mette a disposizione per riconoscere quello che l’utente dice e far parlare il nostro device.
(13 Marzo 2013, MobileTea#3 CodeInvaders Roma)
Utilizzare le API Text-To-Speech di Android per realizzare applicazioni in grado di pronunciare del testo, riuscendo quindi a parlare con l’utente
(22 Febbraio 2013)
Scopo di questo talk e’ esplorare alcune possibilita’ offerte dalla piattaforma Android ed avvicinarsi ad applicazioni sempre piu’ touchless, che sanno riconoscere cosa diciamo e parlare con noi, dove il conversare sostituisce il tappare.
(24 Ottobre 2012, DroidDevCon Verona)
Due ore di introduzione allo sviluppo di applicazioni per Android.
(Politecnico di Milano, 26 Settembre 2012)
Novembre 2011, Google decide di assumere un Developer Relations Program Manager per l’Italia. Lo vengo a sapere durante la prima riunione del GDG di Milano e penso che, dopotutto, puo’ valere la pena tentare un’application. Cosi’, tanto per provarci mi dico, non credo di avere la minima speranza, piu’ che altro per l’occasione di qualche nuova esperienza di colloquio, che non fa mai male.
Il trend del momento e’ presentarsi con un CV creativo, cosi’ mi metto all’opera e realizzo qualcosa. Passano dei mesi, faccio 7 diversi colloqui senza sapere neanche come ho fatto a superarli uno dopo l’altro e oggi, alla fine, ho trascorso il mio primo giorno in Google, direttamente a Mountain View dato che mercoledi’ inizia il Google I/O e tutto il mio team e’ qui, coinvolto nell’organizzazione dell’evento. No davvero, sono cose a cui non credi se non nel momento in cui le stai vivendo.
Sono cose che ti fanno capire quanto sia importante l’esercizio delle proprie passioni, tanto al lavoro quanto nel resto della vita perche’, prima o poi, ti restituisce quello che gli hai dato in modi anche inaspettati. Ti fanno capire quanto conta differenziare le attivita’ che si fanno tra lavoro ed altri hobby, perche’ e’ la cura di aspetti variegati del proprio carattere che fa crescere (sviluppare non e’ necessariamente sinonimo di partecipazione attiva alla scena delle community). Ti fanno capire quanto il dialogo con gli altri tuoi pari, e non solo, ti puo’ aprire la mente su fatti, dinamiche, idee e trend, con un grande arricchimento personale. Ti fanno capire che una speranza, quando presenta anche solo un briciolo di fondamento, ha tutto il diritto di essere coltivata.
Riassumento, venerdi’ ho fatto il mio ultimo giorno di lavoro un Funambol e sabato mattina ho preso l’aereo per il nuovo continente: non mi era ancora mai capitato di avere solo qualche ora tra un cambio di vita e l’altro. Comunque tranquilli, la mia sede sara’ Milano, e tornero’ in patria il 2 Luglio, quindi nessun nuovo trasferimento in vista, dovro’ solo pendolare un po’.
Funambol, devo assolutamente spendere qualche parola su questa esperienza: sono ormai passati piu’ di due anni e mezzo da quanto ho lasciato le Marche e mi sono trasferito a Pavia per lavorare in Funambol. E posso dire, senza ipocrisia, che e’ la prima volta che cambiare un posto di lavoro mi lascia un vuoto cosi’ grande dentro. Non un vuoto dovuto al cambio di mansioni (che ci poteva anche stare, dato che sviluppo da tempi immemori ormai), ma un vuoto a causa delle persone e dell’atmosfera che respiravo. Alti e bassi, ovvio, ma entrare la mattina in ufficio e sentirsi parte di un contesto in qualche modo amico nella sua interezza mi faceva star bene. Oggi magari non fa quasi piu’ notizia, ma gia’ da ben prima del mio ingresso si applicano le pratiche agili facendo SCRUM, il lavoro da remoto e’ permesso e le persone ed i team sono predisposti per gestirlo, c’e’ un calcino che continua a vedere grandi sfide tra tutti noi e tante altre cosette davvero all’avanguardia per il livello medio delle aziende IT italiane. Un’ambiente cosi’ ti fa crescere, ti insegna che la responsabilita’ del prodotto finale e’ anche tua e non solo dei tuoi manager, che la proattivita’ e’ un valore importante, che se c’e’ qualcosa che non va puoi tentare di correggerla, che quando ci si approcia alle cose “with fun” – because Funambol starts with Fun – si lavora decisamente meglio. Tutte caratteristiche che mi hanno favorito nella percezione di quanto potessi aderire alla “Google way of doing”.
E poi WhyMCA, a cui va l’altra meta’ del merito della conquista di questo traguardo. Essere parte attiva di una community, fare esperienza di organizzazione di eventi, raccogliere le aspettative degli altri e cercare di dargli una forma, scommettere su una visione in cui si crede e tentare di diffonderla tra i tuoi pari. E’ vero, mi sono costate tante ore di sonno perso e qualche occasione in cui ho dovuto scegliere cosa sacrificare, ma ora ne apprezzo ancora di piu’ i benefici “effetti collaterali”. Guardando indietro, mi accorgo di quanto sia cresciuto, granzie anche all’aiuto di Andrea, Paolo e Riccardo, su questi temi. Se potessi, metterei obbligatoria per ogni dev la partecipazione attiva ad almeno una community.
E insomma, tutto qui. Quello che ho visto oggi a MTV (Mountain View) e’ stato al limite dell’incredibile, ma ancora voglio immergermi in questo stile di vita prima di tirare qualche conclusione personale. Di sicuro ho tantissimo su cui rimboccarmi le maniche e per cui rimettermi in gioco, a partire da fatto che l’IDE non sara’ piu’ il mio principale interlocutore. Cosa dovro’ fare di preciso? Beh, in primis aiutare gli sviluppatori nell’adozione dei prodotti Google, ma la faccenda e’ ben piu’ articolata. Ormai l’ho voluta questa bici, quindi adesso mi tocca pedalare. Per fortuna che ho gia’ un sacco di idee in testa!